giovedì, ottobre 23, 2008

TESTIMONIANZA DI UN INSEGNANTE PRECARIA

Flavia, mamma di una bimba piccola ci scrive :

Sono una precaria della scuola, ho lavorato 4 anni in scuole private e lo scorso anno nel pubblico. Quest'anno non sono stata chiamata dalla scuola pubblica e so per certo che ci sono scuole che non hanno ancora la copertura totale in tutte le materie, quindi fanno uscire i ragazzi prima.
I fatti sono 2: o l'Italia sta fallendo, o la volontà del governo è che le famiglie poco informate accettino questa riforma perché peggio di così non potrà mai essere e l'idea di un rinnovamento dà loro fiducia. Da precaria e da madre non sono d'accordo su nessuno dei 2 punti: sul primo perché in caso di crisi dello stato sociale si può tagliare su tutto ma non sulla sanità e sulla scuola, sul secondo perché sono abbastanza informata e il non avere più il tempo pieno mi impedirà di lavorare, inoltre percepisco un evidente abbassamento della qualità.
È anche grave che la volontà del governo sia di dare soldi alle scuole private che, per come le conosco io, funzionano veramente male, sono dei “diplomifici” in cui, chi ha i soldi (generalmente i peggio ignoranti cacciati da tutte le scuole statali) va avanti, al contrario quelle cattoliche sono qualificate ma indottrinano i ragazzi e i bambini e fino a prova contraria siamo uno stato LAICO. Informare le persone è il dovere di chi si occupa del caso, l'allarme che la scuola pubblica diventi di serie B-C è reale. È comunque necessario un cambiamento perché il livello culturale dei ragazzi è basso (la mia esperienza è in una scuola professionale di periferia, nei licei del centro magari non è così), ma è la società che ha bisogno in primis di uno scossone, perché avere politici che non conoscono le capitali europee e quant'altro è il primo fatto scandaloso. La televisione di cui i ragazzi si nutrono è indecente, la lettura non è più un piacevole passatempo, a scuola non si parla più di nulla, di attualità, di politica, ma solo di cronacaccia e sicuramente i docenti a tutti i livelli e i genitori sono i primi responsabili. I genitori, da un lato, non si occupano più della vita dei figli perché il lavoro chiama, dall'altro se ne occupano troppo interferendo in modo sbagliato sul rapporto con i professori, i quali sono oramai terrorizzati dalle querele, dalle denunce, dai ricorsi al Tar se bocciano o dicono una frase sbagliata in un contesto particolare.
Ho conosciuto alcuni professori stufi, demotivati, incapaci di tenere la disciplina, che si lamentano della fatica del lavoro, dello stipendio basso, delle condizioni in cui operano, dei ragazzi maleducati, delle ore lavorative esagerate, non rendendosi conto che sono gli unici lavoratori ad avere la fortuna di 18 ore settimanali e poche altre non obbligatorie per i recuperi, credo che gli operai si leccherebbero le dita al loro posto! La scuola così come è non funziona bene, ma il dovere della politica è di trovare le lacune e di colmarle, non di tagliare la testa al toro, sconvolgendo tutto solo al fine del risparmio economico. In questo modo la situazione precipiterà nel baratro più profondo. La discussione è aperta, io dal mio piccolo mondo non riesco a pensare ad eventuali soluzioni, ascolto con piacere i pareri di tutti, anche di quelli che stanno con il governo.
Nel mio caso particolare, essendo una precaria della terza fascia, patisco le graduatorie, ne sono penalizzata, ma restano l'unico modo e il più democratico per scegliere i docenti. Se la Gelmini vorrà permettere ai presidi di scegliere il corpo docente, farà del bene e del male. Da un lato toglierà di mezzo quelle persone che non hanno capacità e piacere nell'insegnamento, dall'altro permetterà ai presidi di scegliere i figli di amici, parenti, conosciamo tutti bene come l'Italia non sia un paese meritocratico ma fortemente clientelare, per cui il rischio è molto grosso.
Racconto ancora un'esperienza personale: mi è arrivato un telegramma sabato 11 ottobre alle 12.30 (non avevo quindi la possibilità di chiedere informazioni telefoniche) con la formula di quando danno a te il posto, invece lo stesso è stato mandato ad altri 100. Ci siamo tutti presentati il lunedì mattina a scuola, già muniti di libri per entrare in classe e documenti per firmare il contratto, molto ghiotto perché era fino a giugno 2009, con dispiacere abbiamo capito che le segretarie avevano commesso un piccolo errore, avevano omesso il posto di ognuno di noi in graduatoria. Ha vinto il punteggio maggiore, come a un'asta. La delusione è stata enorme, la si leggeva negli occhi pieni di lacrime di ognuno, alcuni arrivavano dal sud e avevano preso un aereo al volo e pagato la notte d'albergo. Siamo stati trattati in modo vergognoso e non abbiamo nemmeno potuto dare libero sfogo all'ira o fare ricorso perché la paura di non lavorare più ci spaventava troppo. Ho parlato con i sindacati e con il provveditorato i quali mi hanno confermato che l'errore c'era ed era nostro diritto fare una denuncia, ma mi hanno anche sconsigliato di farlo da sola, il gruppo doveva agire unito e oramai è anacronistico pensare che i lavoratori siano uniti. Siamo tutti in competizione in questo libero mercato che, come si è potuto notare dalle ultime vicende, non parrebbe dei più vincenti.
Grazie.
Flavia

1 commento:

Béatrice ha detto...

la precarietà serve a spaventare i lavoratori!
cristina