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LA COSA PIU' TRISTE DI TUTTE..
Quando ho iniziato a leggere e a documentarmi sul Decreto di distruzione della scuola pubblica di Maria Star Gelmini, ho trovato -come tutte/i noi, numerosi motivi di rabbia, sconforto e indignazione. Lo sappiamo tutti. Il taglio delle risorse, lo svilimento del ruolo dei docenti considerati fannulloni da espellere in gran numero, l'incredibile superficialità e incapacità di leggere la realtà della scuola, il saccheggiare le scarse risorse economiche della scuola, il disprezzo per gli studenti. Pensavo di aver visto il peggio.
Però mi sbagliavo. Perché ho letto poi dell'emendamento imposto dalla Lega sulla creazione di classi speciali per bambini stranieri che non sanno l'italiano. E ho pensato che questi nostri governanti hanno toccato davvero il fondo. Non sto nemmeno a commentare l'assurdità di separare i bambini stranieri dai loro coetanei italiani -perché è parlando tra bambini che i piccoli stranieri imparano l'italiano, e come altrimenti?
Il peggio è questo. E' questa la cosa più triste. E' separare i bambini di serie A dai bambini di serie B. E' di questo che stiamo parlando. Io penso che alla Lega nulla importi di meno che i bimbi stranieri parlino bene l'italiano. Peraltro Bossi sbaglia i congiuntivi. Dividere i bambini di serie A da quelli di serie B, è questo che la Lega vuole fare, imporre il suo marchio sugli stranieri, prendersi questa rivincita contro il babau dalla faccia nera, o mezza nera, o con gli occhi a mandorla, o zingara. Smettiamo di fingere, stanno costruendo una scuola che emargina il diverso.
MA CHI E' IL DIVERSO? Oggi è lo straniero. Domani lo zingaro. Magari dopodomani tocca a noi.
E LA COSA PIU' BRUTTA E TRISTE che intravedo per mio figlio in questa nuova scuola che si sta creando in Italia, questa scuola povera di contenuti, povera di denaro, povera di risorse, ricca di voti in condotta e bocciature e grebiulini neri e classi speciali per stranieri e diversi, la cosa più triste di tutti è che mio figlio a scuola impari a separare ed escludere, impari che non è vero che siamo tutti uguali.
Cristina
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